Cari amici,
il Procuratore Capo, Daniela Borgonovo, ha chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati (sei Poliziotti e due militari dell’Arma dei Carabinieri), accusati di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità nei confronti di Giuseppe Uva che la notte del 14 giugno, fu fermato – ubriaco – mentre spostava alcune transenne poste per regolare il traffico.
Scrive la Dott.ssa Borgonovo:
“Non ci sono prove di comportamenti illegali di poliziotti e carabinieri nella vicenda di Giuseppe Uva. Il soggetto fermato morì, dice il pm, per via di una grave patologia cardiaca e lo stress derivante dal fatto di essere stato fermato in uno stato di forte ebbrezza alcolica. E di questa patologia non erano a conoscenza carabinieri e poliziotti ai quali non si può nemmeno addebitare una responsabilità colposa.
Per quanto riguarda l’arresto illecito, il procuratore ha sostenuto che “non c’è mai stato un arresto, in quanto i militari intervennero per interrompere un reato e per questo, Giuseppe Uva fu portato in caserma “per essere identificato e denunciato”.
Sembra abbastanza evidente che le parole annotate dalla Dott.ssa Borgonovo, non corrispondano a quanto accaduto quella notte in Caserma. Il corpo di Giuseppe Uva presentava lividi e bruciature di sigaretta su tutto il corpo. Però, nonostante questo, ha chiesto l’archiviazione e l’assoluzione nei confronti dei poliziotti e dei carabinieri.
Vedete, amici, in Italia è impossibile riuscire ad avere un processo imparziale e corretto, soprattutto quando si tratta di valutare azioni o comportamenti illegali da parte di appartenenti alle Forze Dell’Ordine.
D’altronde, non è necessario essere avvocato o magistrato per sapere che la legalità e la giustizia sono lontani dall’essere sinonimi.