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Channel: MALAGIUSTIZIA – Andrea Mavilla
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Così i Poliziotti di San Basilio, Roma, mi hanno ripetutamente stuprato.

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Cari amici,
si chiamano Sandro Contrado e Alessandro Stronati, i due poliziotti del commissariato di San Basilio, Roma, accusati di stupro e sequestro di persona.

A quanto sembra, i due Poliziotti imponevano – sotto forma di minaccia – prestazioni sessuali dalle donne fermate e successivamente portate all’interno del Commissariato per “ulteriori accertamenti”.

Al momento gli episodi contestati sono due: la prima vittima aveva 18 anni all’epoca dei fatti. La ragazza, romana, era stata fermata assieme ad altri amici perché in possesso di uno spinello. Una volta condotta in commissariato e isolata dagli altri ragazzi, la ragazza – secondo la sua denuncia, presentata nel maggio scorso su insistenza della madre – sarebbe stata costretta dal poliziotto a un rapporto sessuale.

L’accusa contestata al sostituto commissario – ora ai domiciliari – è di aver approfittato dello stato di soggezione della giovane in un fermo non giustificato. Inoltre il poliziotto le ha anche inviato un sms dopo la violenza.

A pochi giorni dalla denuncia della prima vittima, una donna di origini sudamericane si presenta alla Procura di Roma, anch’essa sostiene di aver subito una violenza sessuale da alcuni poliziotti e di essere riuscita a registrare quanto accadutogli con il telefonino.

Dalla registrazione – inquietante – acquisita dai Magistrati si sente quanto segue:

“Ore 00:36: dobbiamo effettuarle una perquisizione – i due agenti iniziano a molestare la donna – mi piace l’idea di violentarti troiona – l’altro agente urla al collega – Stronati, muoviti che la vojo violentà anch’io.”

Le registrazioni non lasciano interpretazioni, tant’è che gli stessi poliziotti avrebbero ammesso – in parte – alcune delle accuse avanzate dai magistrati che li hanno interrogati. Al momento, gli stessi poliziotti sarebbero stati solo sospesi – ma non rimossi - dal servizio, in attesa di un regolare processo che dovrebbe portare – almeno spero – alla condanna di questi ultimi.

È davvero sconcertante apprendere che, uomini in divisa, si possano trasformare nei peggiori delinquenti… arrivando a compiere persino arresti illegali, sequestri e stupri. Ancora più triste è il silenzio dei loro colleghi che vedono, sentono ma non parlano.

Nelle Forze Dell’Ordine ci vorrebbe meno omertà e più trasparenza. I colleghi onesti dovrebbero capire che chi abusa del proprio potere o compie atti delinquenziali – pur indossando una divisa – è un delinquente che andrebbe immediatamente denunciato, isolato, punito e condannato.

Questo perché mette in pericolo il lavoro ed il sacrificio di tutti gli altri “onesti”.

Andrea Mavilla

 


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