Gentile Matteo Salvini,
lei è uno dei “personaggi” più attivi nell’opposizione al reato di tortura che prevederà una condanna da 3 a 5 anni di reclusione a tutti gli operatori delle Forze dell’Ordine che a loro volta sottoporranno a tortura, punizioni crudeli, disumani e/o degradanti, tutti i soggetti sottoposti a fermo di polizia.
Leggevo l’affermazione da lei fatta nel pomeriggiodi ieri:
“Carabinieri e polizia devono poter fare il loro lavoro. Se un delinquente cade e si sbuccia un ginocchio, sono cazzi suoi”.
Vede, Onorevole Salvini, il compito delle Forze dell’Ordine non è quello di torturare manifestanti e/o criminali, magari manganellando loro il cranio, ma semplicemente garantire la sicurezza dei cittadini e il rispetto delle leggi; il resto si chiama abuso di potere o, appunto, tortura.
11 luglio 2003: Marcello Lonzi, 29 anni, muore in carcere a Livorno dopo poche settimane dal suo arresto per violazione di domicilio. L’intervento si concluse, dopo numerosi tentativi di rianimazione cardiopolmonare, con la constatazione sul posto della morte del giovane, per “cause naturali”.
Dall’autopsia, il corpo di Marcello Lonzi presentava il carneo letteralmente spappolato, due denti spaccati, la mandibola deviata, otto costole rotte e varie ecchimosi su tutto il corpo.
Tipica morte dovuta a “cause naturali”.
25 settembre 2005: Federico Aldrovandi, 17 anni, muore durante un fermo di polizia nel centro della sua città, Ferrara. L’intervento si concluse, dopo numerosi tentativi di rianimazione cardiopolmonare, con la constatazione sul posto della morte del giovane, per “arresto cardio-respiratorio”.
Dall’autopsia, il corpo di Federico Aldrovandi presentava più 54 lesioni e varie ecchimosi su tutto il corpo.
Tipica morte dovuta ad un arresto “cardio-respiratorio”.
14 ottobre 2007: Aldo Bianzino, 44 anni, muore in carcere a Perugia due giorni dopo l’arresto per detenzione di marijuana. L’intervento si concluse, dopo numerosi tentativi di rianimazione, con la constatazione sul posto della morte dell’uomo, per “cause naturali”.
Dall’autopsia, il corpo di Aldo Bianzino presentava un’emorragia cerebrale, una lesione al fegato e varie ecchimosi su tutto il resto del corpo.
Tipica morte dovuta a “cause naturali”
14 giugno 2008: Giuseppe Uva, 43 anni, muore durante un fermo dei Carabinieri nel centro della sua città, Varese. L’intervento si concluse, dopo numerosi tentativi di rianimazione, con la constatazione sul posto della morte dell’uomo, per “arresto cardiaco”.
Dall’autopsia, il corpo di Giuseppe Uva presentava un’emorragia cerebrale, segni di bruciature alla schiena, alle braccia ed alle gambe, evidenti lividi facciali e varie ecchimosi su tutto il resto del corpo.
Tipica morte dovuta ad un “arresto cardiaco”.
25 luglio 2008: Manuel Eliantonio, 22 anni, muore in carcere a Genova tre mesi dopo l’arresto per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. L’intervento si concluse, dopo numerosi tentativi di rianimazione cardiopolmonare, con la constatazione sul posto della morte dell’uomo, per “suicidio”.
Dall’autopsia, il corpo di Manuel Eliantonio presentava lividi facciali, lesioni su varie parti del corpo ed ecchimosi su tutto il resto del corpo.
Tipica morte dovuta ad un “suicidio”.
15 ottobre 2009: Stefano Cucchi, 33 anni, muore in carcere a Roma sette giorni dopo l’arresto per detenzione di marijuana. L’intervento si concluse, dopo numerosi tentativi di rianimazione, con la constatazione sul posto della morte dell’uomo, per “malnutrizione”.
Dall’autopsia, il corpo di Stefano Cucchi presentava varie lesioni alla colonna vertebrale, il volto tumefatto, lesioni ad una gambe e varie ecchimosi su tutto il resto del corpo.
Tipica morte dovuta ad alla “malnutrizione”.
3 marzo 2014: Riccardo Magherini, 40 anni, muore durante un fermo dei Carabinieri nel centro della sua città, Firenze. L’intervento si concluse, dopo numerosi tentativi di rianimazione cardiopolmonare, con la constatazione sul posto della morte dell’uomo, per “infarto”.
Dall’autopsia, il corpo di Riccardo Magherini presentava lesioni su varie parti del corpo, il volto tumefatto ed ecchimosi su tutto il resto del corpo.
Tipica morte dovuta ad un “infarto”.
Vede, onorevole Salvini, le forze dell’ordine – il più delle volte – considerano delinquenti tutti gli indagati, sottoponendo questi ultimi a veri e propri metodi di tortura. D’altronde, nel nostro Paese, il reato di tortura non esiste. Anzi, si pratica e basta. Ci manca il ritorno allo schiavismo e buon medioevo a tutti.
Andrea Mavilla.